gennaio 08, 2014

Sulla felicità

Chi di noi non ha la sensazione che i momenti piacevoli sembrano sempre volatilizzarsi in un baleno, e invece quelli brutti pare si protraggano all’infinito? E se invece, mi chiedevo, non fosse solo un’impressione?

Certo, quando si sta bene il tempo vola via perché siamo contenti di fare quello che facciamo, e non sto certo qui a negare un dato di fatto. No, intendo un’altra cosa. E cioè che magari per manifestarsi la bellezza ha bisogno che si verifichino contemporaneamente una serie di condizioni e che, di conseguenza, essa non può che essere di breve durata.

Insomma, vi ricordate quel periodo felice? Ma sì, come fate a scordarvelo? In ufficio c’erano le persone giuste, e le ore di lavoro volavano via tra una battuta e l’altra, e poi si usciva a mangiare tutti insieme e davvero ci si voleva bene e non c’era invidia che sfiorasse nessuno, e persino i problemi cementavano il gruppo, tutti lì a tentare di risolverli tra una battuta e l’altra che pareva una festa.

E intanto, con i vostri amici era una fase di quelle in cui si aggredisce il mondo a morsi, una seratona tira l’altra e corse in macchina, e shottini e partite a pallone, e vino bianco e discoteche, e Jack Daniel’s lisci e notti sulla spiaggia. E fine settimana in giro, cene al volo al camion dei panini, foto di gruppo, e soldi buttati, canzoni a squarciagola, mangiatone di carne arrosto.

E poi, poi tutti quelli che conoscevate stavano bene, o almeno così vi sembrava, l’asse del mondo sembrava ruotare intorno a voi con una perfezione che sapeva di magia. E per finire, certo, c’è quella ragazza, che magari… no, di sicuro vi sbagliate, però chissà… è un tempo così perfetto che vuoi vedere che…?

Che ne so, forse sto delirando, ma certe volte la bellezza la immagino come un’equazione con millemila variabili, che se una sola di queste cambia valore, beh, i conti non tornano più. Ma bastano proprio piccole cose, eh, due persone qualunque che litigano, il collega che viene trasferito, un vostro amico che gli va storta con la ragazza e non c’ha più voglia di uscire… e puff, è svanito tutto.

Che poi naturalmente, come ogni vulnerabilità, proprio questo fattore costituisce l’unicità della bellezza, la ragione per cui la perseguiamo senza sosta e quando la troviamo non dobbiamo fare altro che godercela finché, inevitabilmente, non svanirà sotto i nostri occhi nel momento stesso in cui crediamo di averla afferrata.