settembre 17, 2015

Lui e lei

E insomma ‘sto ragazzo, tra i sedici e i vent'anni, passeggia bel bello trascinando i piedi per via Principe di Belmonte e oggi è così fico che se ne frega del sole magnifico che ancora alle sette di sera riscalda il viale, e se ne frega delle foglie gialle che cascano a terra dagli alberi, e se ne frega del vento che le muove sull'asfalto.

E solo che lì c'è pure lei, appoggiata a una quercia che tenta di riposarsi, le buste della spesa per terra accanto, da cui non s'è manco accorta che cola dell'olio, il sudore di tutti e trentaquattro i gradi che le imperla la fronte, lo smog che a tirar fuori le forbicine dalla borsetta si riesce pure a tagliarlo.

Fin qui potrebbe anche andare tutto bene, se non fosse che 'sta lei mezza stremata, poveraccia, invece di lui non se ne frega affatto. Se lo guarda un po' come si guarderebbe un Fidia dentro al museo, epperò sperando che prima o poi la statua, con tutti i suoi muscoli scolpiti, se ne scenda dal suo piedistallo e corra ad abbracciarti con il vigore di tutti i discoboli del mondo.

Lui, eh lui ne sa a pacchi, caracolla con le mani in tasca a questi jeans che gli stringono le ginocchia e poi s'allargano il giusto alle caviglie, senza degnarla d'uno sguardo semina sciccheria e poi se ne scappa, anche se darei uno a due che di dove andare non ha la più pallida idea.

Passa così, con una faccia da tiraschiaffi che nemmeno James Dean nella scena famosa di Gioventù Bruciata, mentre lei con le buste quantomai improvvide nelle mani e i capelli sempre più sventolanti prova a camminare verso una casa ormai terra promessa, senza nemmeno un Mosé che le apra le acque.

Io li guardo uguale a Elio Germano con Nicole Grimaudo sul materassino nella Pescara operaia di Liberi, sperando che come nel film succeda all'improvviso una cosa piccola e miracolosa, lei che si gira e gli sorride. E riscopro che la saggezza popolare ha sempre ragione e non tutti i mali vengono solo a nuocere.

Il nostro James Dean continua la passerella. Affianca la poveretta sempre più trafelata. Senza voltarsi la sfila proprio mentre a lei quasi viene il torcicollo, questi sacchetti ancora nelle mani che si agitano in modo sempre più inquietante. Ma in quel preciso istante della storia, la Provvidenza scende dalle altezze manifestandosi nella forma più strana che si potesse immaginare.

Già, perché si materializza sotto forma di macchia d’olio cascata da una busta vicino a una quercia, col modello che ci sguiscia sopra e si frantuma i denti contro il tronco, prima di cascare faccia a terra in un momento che è la rivincita di tutti gli sfigati di questo mondo.

Lui si rialza spiccicato uguale a prima, un paio di manate sulle cosce per scuotere via la terra e si riparte. Ma non è tutto lo stesso, no che non lo è, perdio. La ragazza ha un sorriso di sollievo da un orecchio all’altro, l’afa sembra di botto meno opprimente, tra poco fa buio e si vedranno le stelle.