settembre 03, 2013

I Miss You - Contro i concorsi di bellezza

Per cominciare, vorrei dire l’unica cosa che mi spinge a scrivere questo post: NO ai concorsi di bellezza. Di qualunque provenienza, durata, ordine o grado essi siano, no. Poi sarò anche un solone, chiaro, ma non c’è prospettiva da cui guardarli, approccio con cui porsi, senso alla loro esistenza che trascenda il mio giudizio morale di condanna profonda e totale per questa forma di spettacolo ridicola.

A dir qualcosa sull’argomento pensavo da un sacco di tempo, me ne dà l’occasione oggi il fatto di aver assistito a una di queste pagliacciate qualche sera fa. Il titolo era Indossatrice d’Italia o qualcosa di simile, lo presentavano due tizi che urlavano come ossessi, lui a quanto pare dipendente di un ufficio postale prestato alla pantomima, lei ex modella riciclatasi alla conduzione di serate.

Il circo prende inizio con una prima comparsa delle miss, che si materializzano in costumi da bagno supersuccinti e scialano noi ammirati spettatori con un’andata e ritorno dalla passerella tette e natiche al vento. Tutte con il passo deciso e lo sguardo verso l’infinito, queste ragazzine, quindici anni la più piccola e ventiquattro la più grande, che pare quasi che nella vita abbiano sempre e solo camminato di fronte a gente che la fissa con la bava alla bocca.

Ciascuna delle ragazze deve poi presentarsi, e non appena aprono bocca a me viene quasi nostalgia di quando passeggiavano. Almeno, stavano zitte. Dalle loro bocche esce un guazzabuglio di banalità imbarazzanti, ce ne fosse una che si salva. E una sogna di sfondare nel mondo della moda, l’altra vuol fare la stilista, quell’altra la fisioterapista, poi c’è quella che ama tanto il suo ragazzo che è nel pubblico e vuol proprio dirglielo. Ah, poi c’è sempre lei, che invece non ci tiene proprio a questo concorso, è qui solo per divertirsi, ci mancherebbe. E infine, assoluta primizia di questi tempi di crisi, c’è quella che non ha passato il concorso e allora le andrebbe bene anche il mondo dello spettacolo. Non ci posso fare niente, la prima cosa che mi viene in mente è quel pezzo degli Articolo 31, e capisco perché lui vuole una lurida.

[…] ‘ste tipe son tutte uguali
la mattina fanno cyclette
le gambe le radono con il Gillette
fanno diete da malato di diabete
facce lampadate con le gonne attillate

E la serata va tutta avanti così, tra sfilate e balletti più o meno dementi, senza contare le battute brillanti dei due conduttori, simpatici come le briciole sul letto, che non smettono di ricordarci quante porte si possono aprire per chi uscirà vincitrice da questa serata. Sale sul palco persino il sindaco, a ricordarci l’impegno dell’amministrazione comunale per questa manifestazione. Improvvisamente, mi sento invaso da brividi e voglia di pagare le tasse.

Cazzate a parte, non riesco a smettere di chiedermi come sia possibile, nel 2013, andare avanti con storie come questa, donne come semplici oggetti che par di stare in macelleria con la carne esposta, e i due tizi non son altro che degli imbonitori buoni a venderne il più possibile: “guardate che belle cosce ha la 15, signori!, o preferite forse il petto della 17?, proprio roba di primissima scelta, nevvero?”


Premiazione, finale, applausi per tutti. Tristezza infinita.

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