luglio 07, 2014

Una città di cose che passano inosservate

Io sono passato in macchina, tu sei scesa puntuale
io ho ordinato un Americano, tu hai mangiato tutte le patatine
tu hai preso la carta d’identità, io ho letto la data di nascita
io ho riconosciuto la cameriera, tu hai ricordato l’indiano delle rose
tu hai tirato indietro mille volte i capelli, io ho dimenticato il cellulare sul tavolo.

Io ho aspettato un messaggio, tu hai pagato le granite
tu hai ascoltato i vecchietti sulla panchina, io mi sono macchiato la giacca
io ho infilato la busta nella cassetta della posta, tu hai starnutito per il polline
io ho schioccato le dita, tu hai attraversato la strada
tu hai comprato il biglietto dell’autobus, io ho aperto il portone di casa.

Io ho perso il portachiavi con la palla da basket, tu hai scelto il ristorante
tu hai visto giocare Candreva, io ho pensato di vendere El Shaarawy
io ho bevuto una birra, tu hai fatto il tifo voltata dall’altro lato
io ho raccontato di Roma, tu hai detto “endocrinologo”
tu hai saltato un gradino a piè pari, io ho fatto casino con la frizione.

Io ho parcheggiato un po’ meglio, tu hai proseguito il tuo elenco
io ho smesso di ascoltare, tu hai finito di raccontare
tu sei rimasta in macchina, io ho riacceso il motore
io ho atteso il rosso al semaforo, tu hai guardato nello specchietto retrovisore
tu hai alzato il finestrino, io ho premuto il numero nove.


Questa è una città di cose che passano inosservate.

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