maggio 28, 2012

Sotto il cielo di un'estate italiana


Quanti anni, trenta, trentadue, quarantacinque dalla famosa copertina del Guerino e ci ritroviamo di nuovo a parlare di calcioscommesse e di milionari, qualcuno pure in termini di euro, che vendono e comprano partite come fossero pesce al mercato ittico. Anzi no, no, chiedo scusa, quello era trenteppassa anni fa, la vecchia storia di Trinca e Cruciani che a vederli adesso, diomio, non possono che fare tenerezza.

Tenerezza di fronte a quanto è gradualmente venuto fuori negli ultimi mesi, che fra interviste dei calciatori e intercettazioni di telefonate par di leggere un libro di Dan Brown, e non solo perché di rado aggettivi e sostantivi sono accordati sensatamente. Malati del gioco, famiglie sfasciate, riunioni ultras-calciatori, minacce corporali, criminalità organizzata, non so a voi ma a me sembra di stare appresso a un giallo scritto a cazzo di cane.

A questo punto, vi avviso subito, non è che cominciamo con la storia che questi guadagnano un sacco di soldi e allora dovrebbero essere più saggi perché, si sa, il denaro è così e più ne hai e più ne vuoi e meno ne vorrai e meno ne vedrai e via così secondo i dettami di Tiziano Ferro. Il punto invece è un altro, a mio parere modestissimo: ma tutta la combriccola dei giocatori pensava veramente di parlare al telefono per mesi di queste faccende e non farsi mai beccare?

Onestamente, ma chi di noi non è cosciente che qualunque conversazione può essere intercettata, specialmente se si tratta di roba losca? È una cosa di cui non riesco proprio a darmi pace, ma com’è possibile che non venga in mente a nessuno che, ad esempio, le forze dell’ordine possano sospettare che esista un’organizzazione del genere e agire di conseguenza? Boh, sarò fesso io…

Detto questo, i provvedimenti di stamani hanno certo del clamoroso, tenendo sempre in conto di quanto è indegno che per quanto la privacy sia all’ordine del giorno nella metà dei nostri discorsi da bivacco sia ancora possibile nell’anno 2012 realizzare video del genere, con i giornalisti che vengono avvertiti dell’arresto e si fanno trovare sotto casa dell’indagato (perché è un indagato sotto custodia cautelare, mica un colpevole, ricordiamocelo. E se succedesse, giusto per dire, a uno di noi?)

E insomma, siamo qua. Diciannove arresti, più di cento persone sotto inchiesta, un possibile titolare ai Campionati Europei di calcio raggiunto da un avviso di garanzia direttamente a Coverciano. Già, gli Europei. Si parte per Polonia-Ucraina 2012 con uno scandalo alle spalle e allora che bello e giù paragoni con il Mondiale di Lippi e Calciopoli (che peraltro nel confronto sbiadisce da paura), come se anche una vittoria di quel tipo potesse cambiare lo schifo a cui assistiamo, pensare che il calcio possa essere anche, ancora, uno sport.

Non lo so, non me la sento e cerco rifugio nella storia. Andando a caso ripesco Zamora e il suo basco che ci ferma nel ’34, gli Azzurri del ’62 ad allenarsi in nave, il portiere Moro condannato a invecchiare da solo in Tunisia, la monetina del ’68 nella scaramantica Napoli, il gol di Bettega all’Argentina di Videla, Baggio che nel ’90 s’infila palla al piede tra due cecoslovacchi. Un’ultima sorpresa la Danimarca del ’92, poi furono i Mondiali negli USA, quelli dell’afa pur di far contenti gli sponsor.

Non lo so, non me la sento. Ora come ora, l’unica cosa che vale la pena ricordare sono le parole più belle e celebri pronunciate da Enzo Bearzot quando Gianni Mura gli chiese come voleva essere ricordato. “Come una persona perbene”, aveva risposto lui. C’è riuscito, ma adesso mi chiedo: una persona così avrebbe modo di allenare, oggi? E come, di grazia, in mezzo a gente che pensa ad arrotondare scommettendo sulle proprie sconfitte? Altri tempi, altri uomini. 

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