Questo post è per te, sbarbina che ogni giorno il tuo yorkshire
porta a passeggio, nel primo pomeriggio e dopo cene pre Grandi fratelli. Per il
tuo metro e sessanta che diresti lineare dato che le sconnesse curve
adolescenziali sembra non conoscere, gli occhi chiari e fieri rivolti avanti
non incontrano lo sguardo furbo arido infido dei tuoi coetanei. Per i tuoi
passi delicati, se esistesse un mondo dello spirito le sagome come te si
muoverebbero, mentre nel mondo reale l’invidia di sporchi corpi così poco
aggraziati spinge a immaginare quelle movenze solo in termini sessuali. Per i
tuoi ricci bruni, così simili a quelli che mi hanno fatto passare infinite
notti tristi già qualche anno fa, tempo immemorabile si direbbe, non fosse che
i ricordi spesso ti azzannano tuo malgrado.
Spero non ti abbiano già costretta ai tuoi tremetrisoprailcieloOCamicidiMaria, perché quindici anni sono fragili e sfuggenti; spero che quando passi davanti all’unico bar che la Provvidenza ci ha concesso tutti stiano guardando da un’altra parte, perché non voglio tornando fra tre anni ritrovarti col trentenne camiciato a fiori e trentadue denti di sorriso imbecille; spero che, dovesse anche capitare tutto questo, il sorriso, almeno quello, resti come quando il cane ti porta a passeggio, perché dietro quei ricci bruni ne ho già visto uno troppo spento tre anni dopo e finirei di nuovo per piangerci su davanti a un piatto di lenticchie, anche se so che stavolta non ne avrei colpa.
Spero non ti abbiano già costretta ai tuoi tremetrisoprailcieloOCamicidiMaria, perché quindici anni sono fragili e sfuggenti; spero che quando passi davanti all’unico bar che la Provvidenza ci ha concesso tutti stiano guardando da un’altra parte, perché non voglio tornando fra tre anni ritrovarti col trentenne camiciato a fiori e trentadue denti di sorriso imbecille; spero che, dovesse anche capitare tutto questo, il sorriso, almeno quello, resti come quando il cane ti porta a passeggio, perché dietro quei ricci bruni ne ho già visto uno troppo spento tre anni dopo e finirei di nuovo per piangerci su davanti a un piatto di lenticchie, anche se so che stavolta non ne avrei colpa.
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